domenica 1 gennaio 2012

Capitolo 1

CAPITOLO 1: La termocamera  e’ tutto
SETTORE 3 ore 11:00 P.M.
Martedi’, 2 marzo 2021
Come un boxer accanito, la pioggia picchiava ritmicamente sulla citta’, prima pungendo con aghi acuminati, poi baciando Seattle con enormi e grasse gocce che colpivano come grossi pugni, la raffica era costellata da sinistri rombi di tuono e lugubri balenii di lampi.
Una macchina nera avanzava, inosservata,  fino a fermarsi in un vicolo del settore tre, infestato dai ratti, la pioggia strepitava sul tetto  metallico come spari di mitragliatrice.
Due uomini in completo nero scesero dall’auto e furono istantaneamente inzuppati dalla pioggia, comunque nessuno dei due sembro’ accorgersene.
Ciascuno indossava un auricolare con un piccolo microfono orientato verso la bocca.
Sage Thompson – l’uomo che emergeva da lato passeggero - era sollevato dal fatto che l’auricolare sembrava essere resistente all’acqua.
Nelle tasche dei loro cappotti, ciascun uomo portava un rilevatore termico di immagini, uno di quelli  nuovi, portatili,  che soltanto questa settimana aveva incominciato a far parte dell’equipaggiamento standard.
Thompson -  piu’ di  un metro e ottanta  e  alquanto scarno con i suoi 81 chili – era sorpreso  dal gadget impermeabile  visto come  una variante tecnologica tra una campana e un fischietto.
L’acqua che cadeva torrenziale inondando  il vicolo,  sembrava esprimere la furia del cielo ribollendo sui bordi dei tombini arrugginiti 10 metri di fronte a loro.
Thompson fu costretto  a saltare il flusso d’acqua  e i suoi piedi scivolarono sotto di lui appena atterro’  e urto’  un triangolo di bidoni di immondizia che spinse via fracassandoli  e creando un fragore che rivaleggiava con la tempesta, le sue mani si mossero  volando a vuoto per aiutarsi a mantenere in equilibrio.
Quando le sue mani ritornarono di nuovo al loro posto,  l’unica torcia  in suo possesso proiettava una luce lontana dalla tasca del cappotto, con un movimento si  assicuro’ che la  pistola fosse al sicuro nella fondina sulla sua cinta.
L’uomo corpulento che stava guidando – Cal Hankins – punto’ la sua torcia sulla faccia di Thompson, sbuffo’ e giro’ intorno a un bidone che sembrava non essere piu’ stato svuotato dall’impulso.
Muovendosi  lentamente in avanti, le loro torce puntate tra i rifiuti  sulla mastodontica costruzione  di fronte a loro, i due uomini alla fine  si fermarono di fronte a una grande finestra  che ebbe un tempo  un vetro cattedrale.
All’interno di una sesta  costruzione- un magazzino abbandonato, Thompson suppose- vide un buco nero aspettarli per divorarli senza un rutto.
Vicino a Thompson, il suo partner Hankins punto’ la torcia attraverso uno dei vetri rotti, mostrando la notte piovosa con lente e costanti carezze.
Le tenebre si arrendevano solo brevemente lasciando intravedere come la   gigantesca stanza al primo piano  inghiottiva la luce.
“ Sei sicuro che questo sia  il posto giusto?” Hankins chiese  sgarbatamente.
Non c’era paura nella voce dell’uomo – Thompson sentiva  solo che il suo partner non voleva sprecare tempo.
Diventato capo a  40 anni  Hankins, il partner anziano del duo, portava i capelli biondi, in un taglio corto a spazzola che rivelava solo uno o due ciuffi grigi. La sua testa restava dritta sulle sue spalle, apparentemente senza beneficiare di un colletto, era prossimo ai 63 anni e peso superiore ai 105 kg (stimati da Thompson).
Ma l’uomo non era semplicemente grasso, c’erano abbastanza cartilagini,muscoli e ossa da rendere Hankins straordinario.
Quando Thompson conobbe il loro capo (quell’odioso di  Ames White, un ambizioso  e privo di scrupoli , ce n’era sempre uno) White  era concentrato su Hankins per il suo peso e opprimeva l’anziano canzonandolo in modo spietato. Sapendo quello che White diceva, Thompson considerava White il peggior capo di cui avesse fatto esperienza, il quale ne era consapevole.
White era acuto, e’ indubbio, ma aveva una lingua sarcastica e un temperamento frustante che Thompson aveva verificato sufficienti volte dovendo mantenere la bocca chiusa e la testa bassa.
“Questo e’ il posto giusto, tutto bene” disse Thompson, alzando la voce per sovrastare il battere della pioggia.
“ Il dispaccio dice che un gruppo di immagini termiche indicano che un transgenico e’ in un negozio del settore 4”.
“Questo e’ il settore 3”
“ Beh, lo hanno  seguito qui’ prima di perderlo”.
Hankins scosse la testa con disapprovazione: “ Allora perche’ quei fottuti non si sono occupati di lui? Cosa facciamo noi la squadra di pulizia delle loro stronzate?”
Queste questioni erano retoriche, Thompson lo sapeva, anche se aveva le risposte alle domande del collega, era sempre la stessa risposta:  Ames White.
E Hankins aveva perso molto del suo tempo lamentandosi di White, alle spalle del boss naturalmente.
Ma essi sapevano che era solo una questione di tempo prima che White trovasse un modo per sbarazzarsi di Hankins….. e allora Thompson avrebbe avuto un nuovo inizio con un nuovo partner, possibilmente uno piu’ giovane di lui. Allora egli sarebbe stato l’anziano. L’ idea lo rendeva piu’ quieto.
Non esattamente un bambino a 27 anni, Thompson era l’antitesi di Hankins: il giovane uomo sembrava una bottiglia dal collo lungo vicina ad una birra pronta ad esplodere,  che era il suo partner .
Sposato con il suo amore del  college, Melanie, e con un nuovo bambino, Thompson era l’opposto di Hankins nei termini di vita casalinga: il mastino era stato divorziato due volte e aveva 3 o 4 bambini egli non ne parlava  mai e non sembrava importagliene un bel niente.
Questa coppia di lavoro non sembrava fatta  in paradiso ma  Ames White pensava fosse la cosa giusta da fare; Thompson non aveva ancora capito se l’essere partner di Hankins fosse da parte di White un riguardo, ponendolo accanto ad un uomo di esperienza, o una punizione , collocandolo con un lamentoso.
Thompson- mantenendo un profilo basso e baciando il fondoschiena di White- si sarebbe  meravigliato nel sapere che disgustavano  il boss  e  non vedeva attraverso il suo servilismo il disprezzo reale del capo.
Hankins fece alcuni passi sulla sua destra tallonato da Thompson. Prelevando la termocamera dalla sua tasca, Hankins , schiaccio’ il grilletto e metodicamente perlustro’ l’area intorno a loro alla ricerca di transgenici, inutilmente. Le nuove  imager termiche sembravano  piccole versioni di pistole radar precedenti all’impulso, di cui Thompson aveva letto nei suoi studi di storia on –line.
La maggiore differenza consisteva nel fatto  che, invece di avere dei numeri in led rossi che mostravano la velocita’, la lettura della termocamera si faceva con un piccolissimo monitor che mostrava figure infrarosso e, di ciascuna sorgente di calore,evidenziava  il valore della temperatura. I due uomini stavano guardando qualcosa con una temperatura al centro di 38,6 °C , la stessa temperatura di un transgenico, 3 gradi piu’ alta di quella di un umano.
“Fottuto”, sibilo’ Hankins, la pioggia rigava il suo viso come sudore per un’ondata di calore. “Guarda come andiamo a stanarlo”
“Guardiamo” Thompson disse con un cenno.
“Dividiamoci” annuncio’ Hankins.
“ Ci rende entrambi piu’ vulnerabili”.
Hankins bacio’ l’aria sgradevolmente” Sei cosi’ sensibile, cosi’ vulnerabile sempre con papa’ orso intorno”
“Colpito, uomo”.
Hankins  grugni’ ancora una volta  profondamente nel segno.
“Prima facciamo questo stupido e ingrato lavoro e prima possiamo andare via da questo fottuto diluvio.”
“Giusto” Thompson ammise, la sua voce  sembrava addirittura calma  anche se il suo coraggio stava nuotando in direzione opposta alla sua bocca.
Non  che Thompson fosse un codardo. Egli aveva visto altra azioni in precedenza, in abbondanza – persino per il mondo dopo l’impulso, Seattle era una citta’ brutale, e per i poliziotti e chiunque lavorasse per la sicurezza, il lavoro era ad alto rischio- ed egli gestiva  bene  lo stress e l’ansia.
Quello che lo preoccupava, non pensava ad altro, se lui o il sempre incazzato Hankins erano in grado di affrontare un infuriato transgenico isolato.
Non erano umani questi transgenici, erano davvero dei mostri.
E  Sage Thompson aveva visto film di mostri prima di allora – egli sapeva cosa accadeva quando le persone si separavano in tali circostanze.
Poteva dire a se stesso che questa era la realta’ e non una fantasia, ma Seattle in pochi anni era diventato un luogo cosi’ spaventoso che nemmeno l’immaginazione degli scrittori o sceneggiatori  poteva concepire .
Hankins disse ”quando troviamo le scale io guidero’ e partiro’ da giu’. Tu inizia giu’, da qui’ e lavora sul tuo cammino. Ci incontreremo nel mezzo, andremo avanti finche’ non troviamo qualcuno e trasciniamo il nostro mostro bagnato fuori di qui’.”
“E’ un piano” disse Thompson con una alzata di spalle.
Thompson poso’ di nuovo  la termocamera nella tasca del cappotto, asciugando la pioggia dalla sua faccia – un gesto inutile- e avanzo’ prendendo i gradini a due a due.
La citta’ ospitava  riluttante un mucchio di queste  fatiscenti  vecchie costruzioni ed erano tutte intorno ad Emerald city, l’equivalente strutturale dei senza tetto.
Nei tempi in cui gli edifici erano stati costruiti, 1940 e 1950, la maggior parte essi ospitava fabbriche che creavano cose dal nulla, le impacchettavano e spedivano ai quattro angoli del mondo. Ma col passare del tempo l'economia peggioro’ e intorno al volgere del secolo molti degli edifici  furono abbandonati e alcuni utilizzati come magazzini per le imprese - solo per prendere il colpo devastante della impulso -. Ogni struttura fatiscente era diversa, a seconda di come era stata cannibalizzata. Thompson sapeva che avrebbe potuto trovare un piano in cui c’erano  ancora in tutti gli uffici e un altro in cui tutte le pareti dell'ufficio era state demolite per consentire l’accesso a degli oggetti più grandi, non c'era modo di sapere cosa l’aspettava.
Con un mezzo giro di testa, Hankins chiese: "Pronto?"
"Pronto", disse Thompson, cercando di mantenere una nota di fiducia nel suo voce.
Hankins  si giro’ completamente, e Thompson fu abbagliato dalla luce in faccia ancora una volta.
"Tutto bene, piccolo?"
 "Già."
"Sei sicuro?"
 "Basta che togli quella maledetta luce dalla mia faccia".
Sogghignando, Hankins si volto’ in avanti  e riporto’ la luce dentro l'edificio.
 "Sì, stai bene."
Si fermarono  davanti a una porta rotta, pesante che avrebbe costituito tranquillamente da barriera se fosse stata chiusa, piuttosto che mezza appesa fuori dai cardini.
Entrambi gli uomini tirarono fuori la loro nove millimetri e Thompson  la punto’ nella cavita’.
Thompson sapeva che Hankins ne aveva già puntata una... e molto probabilmente, per la sicurezza che esternava, anche di piu’.
Hankins varco’ la porta e Thompson guardo’ l'uomo più anziano sventolare la sua arma da lato a lato, seguita dalla mano che impugnava la torcia. Thompson varco’ la porta dietro il suo compagno, le braccia unite insieme alla stesso modo, muovendo la pistola e torcia contemporaneamente spaziando nella stanza.
Lottando per tenere sotto controllo il suo respiro, era grato di essere almeno fuori dalla pioggia. Sentiva il battere della pioggia sul tetto di gran lunga sopra di lui e sulle rimanenti finestre del piano. Attentamente, egli era sintonizzato su altri suoni esterni. Si sposto’ a destra, mettendosi davanti, Thompson senti’ il respiro roco di Hankins e improvvisamente seppe che, malgrado tutte le sue spacconate, il suo compagno aveva combattuto lo stesso nervosismo che voleva paralizzare lui.
Alla loro sinistra qualcosa di metallico si scosse, ed entrambi si girarono di scatto, le loro luci si fermarono brevemente su una soda crepitante: entrambi i fasci di luce si fermarono per poi passare su un grosso ratto marrone. Il roditore era immobile come congelato, ma i suoi occhi neri non erano per niente intimiditi dalle luci. "Immagino che il succhiatore sia il transgenico?" Hankins chiese con malizia.
Thompson avrebbe riso - di nervosismo - ma aveva troppo la gola secca per farlo. Emettendo lungo respiro, torno’ a controllare la stanza. Si mosse lentamente in avanti, permettendo che la distanza tra lui e Hankins crescesse, ma rimase abbastanza vicino per coprire il suo partner in caso di necessità. A metà strada al centro della stanza, trovarono una scala che conduceva al secondo piano. La luce  di Hankins brillò su per le scale, la sua pistola ancora in equilibrio su un polso. Girando la testa a metà verso Thompson disse
"Sto salendo."
"Va bene. Io continuero’ qui giù."
 "Se trovi qualsiasi cosa, fammelo sapere subito".
 "Lo stesso ritorno da te" disseThompson.
Ancora una volta penso’ alla cuffia inzuppata collegata in un orecchio e spero’ che il segnale fosse sufficiente per attraversare sei rampe di scale. Hankins si diresse verso la tromba delle scale al buio, i suoi passi gemettero per un po ', ma il suono fu presto inghiottito dal martellare della pioggia, che batteva inclinata verso l'edificio e l'umidità si faceva strada attraverso le asticelle allentate delle finestre sprangate.
Thompson vide Hankins e la sua luce scomparire su per le scale. Punto’ il suo fascio di luce in quella direzione, e vide i pochi segni che testimoniavano che  Hankins era stato nel palazzo: solo un paio di impronte bagnate sulle scale di legno.
Thompson improvvisamente si senti’ molto solo. Qualcosa attraverso’ il pavimento, appena dietro di lui, e lui si voltò: la torcia e la pistola formarono un arco traballante, e spruzzo’ intorno acqua piovana come se fosse un cane bagnato. Il fascio di luce e la pistola  puntarono quello che sembrava essere di nuovo lo stesso topo, solo che questa volta il roditore era in piedi sulle zampe posteriori, e sembrava sorridere, mostrando il colore giallo dei sui denti affilati e quasi sembrava spingere Thompson fuori con la parte anteriore delle zampe sollevata. Thompson soppresse la voglia di sparare un caricatore di proiettili per porre fine al piccolo bastardo, e ci volle non poca volontà di impedirgli di premere il grilletto, non solo perché la creatura fosse un surrogato utile per Hankins e Ames White, ma anche perché poteva essere una utile giustificazione il rumore che la cosa stava facendo.  Se le torce non avessero avvisato il transgenico delle loro posizioni, un colpo di pistola sarebbe stato sicuramente più notato ... e Dio solo sapeva cosa Hankins  avrebbe pensato se avesse sentito sparare Thompson: pochi istanti dopo, l'uomo più anziano sarebbe stato in cima alle scale. Commuto’ la condanna a morte del ratto alla vita, Thompson riprese la sua ricerca nel primo piano.
Si muoveva con cautela, facendo del suo meglio per restare in silenzio, un paio di volte posiziono’ la torcia sotto un braccio per sondare gli angoli piu’ scuri con la termocamera. 
"Hankins", sussurro’ a mezza voce  al microfono. Nessuna risposta. Thompson sentì una goccia di sudore rotolare giù per la guancia, a mescolarsi con le strisce di pioggia, e, inconsciamente, trovato un angolo dove  infilarsi, parlò di nuovo, questa volta più forte. "Hankins." Questa volta la risposta fu immediata. "Thompson, ti prego di chiudere il becco! I transgenici da qui a Portland ti hanno sentito. Se non sei nei guai, e non sembra tu lo sia – chiudi!" Il volto del giovane bruciava per quanto si sentiva arrossire nel buio. Gli sembrava che in ogni turno  trascorso con Hankins, avesse sempre trovato una nuova ragione per odiarlo. Thompson si ripromise che, una volta fuori dall’ edificio, avrebbe parlato per se e chiesto a  White un nuovo partner ... e, in caso di fallimento, si sarebbe fatto trasferire fuori dall'unità di White. Questa faccenda del transgenico lo turbava. Era stato nel programma abbastanza a lungo per sapere che, anche se questi esperimenti umani erano stati considerati una minaccia per la sicurezza nazionale, dei transgenici erano stati progettati per difendere questo paese, dopo tutto. Così ad un certo livello, Thompson sentiva che il suo compito era quello di rintracciare e disporre di coloro che potevano essere considerati soldati del suo paese. Cercava di non vedere le cose in questo modo, ma a volte si sentiva proprio così, soprattutto quando si metteva a pensare un po’ troppo, o nelle lunghe notti insonni in cui l'ipocrisia della sua vita si affacciava nella sua mente come un incubo a occhi aperti. Asciugandosi il sudore con rabbia dagli occhi, Thompson si trasferì più in fondo nell'oscurità, punteggiandola con scansioni della torcia. Sul retro dello spazio cavernoso, trovo’ tre uffici che si estendevano attraverso la parete posteriore. Due porte erano completamente sparite, e la terza, con la  finestra ormai andata da tempo, era appesa ad una cerniera come un testardo dente allentato marcio, che si rifiutava di cadere in una bocca spalancata. Delle sei lastre di vetro che erano state la metà superiore delle pareti esterne degli uffici, ne era rimasta solo una, una brutta crepa la attraversava diagonalmente.
Thompson tiro’ fuori la termocamera e lentamente digitalizzo’ gli uffici senza successo. Dicendosi che stava solo facendo attenzione, ando’ in testacoda in un circolo continuo, che copriva tutto il primo piano ancora una volta per assicurarsi che nulla fosse scivolato furtivamente dietro di lui. Tranne pochi buchi e piu’ ratti - quello che era o il più grande topo che avesse mai visto o un piccolo gatto randagio- il monitor non mostro’ nulla. Restava solo una cosa da fare. Dal momento che la termocamera non poteva vedere attraverso il legno, cio’ significava che doveva ancora controllare quegli uffici uno alla volta. Espirando fuori il fiato lentamente, fece un passo verso la porta nell'angolo più lontano, a sinistra, la pistola e torcia in avanti. Perlustro’ la stanza una volta rapidamente, dalla scrivania di metallo di grandi dimensioni, sopra il bordo del muro scrostato, oltre il vetro disperso in frantumi sul pavimento, fino alla mezza parete bassa alla sua destra. La stanza era vuota. E non vide nessuna impronta bagnata sul pavimento, anche la patina polverosa del tavolo sembrava indisturbata. Eppure, Thompson agi’ con attenzione, si sposto’ intorno alla scrivania e punto’ la sua pistola al pavimento dietro di esso. Niente. Emise un altro sospiro e si sentì un po 'meglio, e sollevato. Il suo stomaco era stato alleggerito, però, si senti’ coperto di un timore reale come i suoi vestiti fradici di pioggia. All’ufficio centrale, ora. Non solo la porta era andata in questo ufficio, lo erano anche gli arredi all'interno:  scrivania, file di armadi, tavoli, sedie, nient'altro che cumuli di vetri rotti e assi di parete fratturati sparsi nella stanza come le conseguenze di una festa di motociclisti.
Non c’erano transgenici in neanche lì. Ascolto’ attentamente dalla porta cascante dell’ultimo ufficio, Thompson non senti’ altro che le proprie pulsazioni battere nelle orecchie. Anche se l'intero edificio odorava di putrefazione e decomposizione - un bouquet sottolineato dall’ umidità della notte -l'ultimo ufficio sembrava essere l’origine del putrido aroma. La porta gemette come egli la spinse. La scrivania in questa stanza era stata rovesciata, le gambe sporgenti verso Thompson, il suo piano superiore rivolto verso la parete posteriore. Spinse la porta dura, spostandola verso il muro in fuori, proprio quando qualcuno ... qualcosa ... si era nascosto ...... laggiù .... però la’ dietro non c’era nulla.
Girandosi velocemente Thompson punto’ la sua luce sul pavimento, all’altro lato, e non vide nulla altro che vetri rotti e macerie. Lentamente, si sposto’ verso il lato della scrivania e illumino’ la trave dietro di essa, e la luce catturo’ qualcosa, qualcosa non fatta di legno o in acciaio o in vetro, ma di carne .... Lì, sul pavimento, giaceva la carcassa in pelle di una sorta di animale. Il corpo era evidentemente lì da un certo tempo , anche gli insetti avevano perso interesse in essa ormai e Thompson non riusciva nemmeno a capire cosa fosse, tra l'oscurità e la decomposizione. Dalla sua dimensione, in un primo momento sembrava che fosse un cane molto grande, o forse un cervo che aveva vagato in città, ma come il raggio si poso’ sulla figura prona, Thompson si rese conto che quello che aveva appena trovato non era né un cervo né un cane. Il corpo sul pavimento era quello di un uomo. Non una carcassa animale, ma un cadavere umano. "Hankins," disse Thompson, lottando per mantenere la sua voce calma. "Abbiamo qualcosa." Nessuna risposta. L'odore oppressivo dell’ufficio ora, minacciava di rimandare il suo pranzo di nuovo su per la  gola, di nuovo sibilò, "Hankins." Finalmente il suo compagno gli ringhiò in un orecchio: "Che cazzo c’è adesso, Thompson", "Abbiamo un corpo qui "
La voce di Hankins tornò burbera, indifferente:
"Il transgenico "
" Io... io non la penso così ",
" Merda, lo sapevo che non potevamo essere cosi’ fottutamente fortunati. Parlami della tua cattura del giorno. "
" Ufficio al piano di sotto. L'ultimo a destra. Dietro una scrivania ".
Grugnendo, Hankins disse:
" Gesù, come puoi sorvolare su un dettaglio che conta? Cos’ è : un uomo? Una donna? Bambino o cosa? "
Thompson si morse la lingua e trattenne l’oscenità che stava saltando fuori dalla sua bocca. La disciplina, Thompson lo sapeva, gli impediva di essere come Hankins, e lui non avrebbe permesso la parola F…. di scivolare nella sua risposta, non importa quanto fosse difficile e combattuto trattenersi.
Facendo un profondo respiro e espirando fuori lentamente, disse: "Francamente, non posso dire se sia maschio o femmina ... probabilmente adulto, e io.. penso che sia stato scuoiato."
 "Cosa?"
"Scuoiato "
Thompson ripete’.
"E 'un corpo morto ... senza pelle."
"Maledizione .... Quanto è fresco quel bambino?"
Come diavolo faccio a saperlo? Si chiedeva Thompson, ma gli disse, "Vecchio - non c'è neppure alcun insetto. Anche dall'odore è morto gia’ da ... un po '.»
 Hankins sospirò all'orecchio di Thompson, poi disse: " Fanculo allora, vai avanti.”
 “Non credi che trovare un corpo morto sia un 'dettaglio' che conta? "
" Certo che lo è, nel lungo periodo. A breve termine, stasera stiamo cercando un transgenico. "
" Forse questa è la vittima di un transgenico ".
 "Forse, ma noi faremmo la figura della squadra investigativa che e’ fuori, Sage ragazzo mio. Se hai un omicidio che non è fresco, non ho intenzione di fare qualcosa di buono ora ... e aspettera’ fino a quando non avremo ripulito l'edificio.”
Quando diventera’ il lavoro di qualcuno altro, penso’ Thompson. Eppure, odiava ammetterlo, Thompson sapeva che ciò che aveva detto Hankins aveva senso realizzarlo attualmente. Lentamente allontanando il raggio della torcia dal cadavere, Thompson si sforzo’ di allontanarsi e uscire dall’ufficio. Salì le scale fino al secondo piano. Ancora più scuro rispetto al primo, questo livello era stato suddiviso in sale più piccole che delineavano entrambi i lati di un corridoio centrale che correva lungo l'edificio, a partire dal montacarichi che occupava la tromba delle scale.
Anche se uno spesso strato di polvere copriva ancora il pavimento, questo livello sembrava  più pulito rispetto al precedente, in qualche modo non c’erano i detriti, era senza vetro in frantumi.
Stava per salire le scale per andare al terzo piano, quando decise di prendersi il tempo per ricontrollare. Si voltò e sposto’ il fascio di luce sopra il corridoio di fronte a lui. Al primo sguardo non le aveva individuate, ma ora, con questo secondo sguardo più attento, vide le impronte bagnate che correvano lungo il corridoio, ma a destra vicino al muro. Erano quelle di Hankins?
Fuori dalla terza porta a sinistra, si fermò per calmare  il respiro e, una volta fermo, passo’ attraverso la porta aperta, con le braccia tese davanti a sé, passando la torcia da destra a sinistra. La sua scansione con la torcia era a metà strada per la stanza quando senti’  il sibilo nel buio alla sua sinistra.
Nella tetra oscurità, vide la misura di due, non piu’ di  quattro, archi attraversare l'aria!
Pero’ prima che potesse reagire,la tavola cadde giù sulle sue braccia e la torcia e la pistola volarono in direzioni opposte, sferragliando, sferraglianti. La torcia ando’ fuori uso quando colpi’ il pavimento, e la stanza ando’ completamente al buio. Anche la sua pistola volo’ a terra da qualche parte - non si distrusse, per fortuna- serpeggio’ vagamente a sinistra, dove sfioro’ a lungo un muro, non seppe fino a quando.
La vista di Thompson divento’ bianca, poi nera, appena il dolore esplose attraverso il suo essere.
Senti’ il sibilo della tavola fare una seconda oscillazione, e cercò di uscire dalla sua traettoria, ma poi udì lo scatto della rottura del suo braccio sinistro, e grugnì una volta prima di crollare a terra.
Si sentiva più esposto al suo aggressore, che stava sollevando la tavola per un terzo colpo, questa volta era sicuro che gli avrebbe spaccato testa come un melone e avrebbe lasciato vedova Melanie e orfano suo figlio ....
Istintivamente rotolo’ verso il suo aggressore, Thompson riusci’ a ridurre abbastanza la distanza tra loro in modo che questa volta, quando il suo avversario tiro’ la tavola, manco’ la testa di Thompson mentre lui si schianto’ nelle gambe dell'aggressore e fece precipitare l'uomo dall'altra parte della stanza.
Senti’ raspare alla sua sinistra, Thompson uso’ la sua mano buona per tastare lungo il pavimento, per trovare la sua pistola. Dietro di lui sentiva il suo aggressore imprecare sottovoce mentre lottava per ritornare i piedi nel buio, vicino. Thompson si mosse a tentoni lungo il pavimento, cercando la sua arma,  e represse uno starnuto mentre strisciava in avanti. La voce Hankins scoppio’ nella sua cuffia.
"Trovato ancora nulla, ragazzo?"
Bene, pensò Thompson, solo palle, ma non disse nulla, non volendo dare la sua posizione lontana al suo ospite poco accogliente. Continuo’ in avanti, con la mano buona alla ricerca della Glock, e il braccio malato  palpitante con un male tale che voleva svenire. "Figlio di una cagna intrufolata in casa mia", l'aggressore brontolo’ dietro di lui nel buio fitto. Ecco! Qualcosa di fresco, qualcosa di metallico: la Glock. Le sue dita si aggrapparono intorno ad essa e in un unico movimento Thompson, ancora in ginocchio, ruoto’, porto’ su la pistola e sparo’ alla cieca tre volte  sinistra, centro, destra coprendo le sue possibilita’.
Thompson senti’ il colpo morbido di almeno una serie entrare nel corpo dell'uomo , senti’ anche il grugnito involontario dell'uomo e, infine, senti’ un altro suono: il tavolo cadere dalla mano del suo aggressore con un tonfo, sollevando la polvere. L'aggressore si afflosciò sul pavimento, gorgoglio’ un paio di volte, poi tacque.
"Gesù, ragazzo, sto arrivando!"
La voce Hankins gridò in cuffia. La pistola ancora davanti a lui, nella sua mano buona, Thompson si alzò in piedi, shuffledover, trovo’ il corpo nel buio e lo prese a calci un paio di volte. E non si mosse. Nell'auricolare, Thompson disse con calma:
"Va tutto bene. Abbiamo un tizio a terra - io ho bisogno di un medico. Il mio braccio è rotto, ma l'aggressore è giù."
La voce Hankins suonava come se fosse sott'acqua.
"Sto arrivando ragazzo! Sarò presto lì, sono al quinto piano,  diretto giu’".
Il povero bastardo sovrappeso stava probabilmente correndo, il che significava che poteva essere in procinto di avere un attacco di cuore.
"Va tutto bene, ho detto," insistette Thompson. "l’ho coperto"
Usando il suo piede, dando nell'oscurità piccoli calci, finalmente trovo’ la torcia. Alzo’ l’oggetto, lo scosse un paio di volte, e rimase sorpreso quando il fascio di luce ritorno’ in vita. Lotto’ per destreggiarsi sia con la luce che con la pistola con un’unica mano, per non usare il braccio dolorante piu’ di quello che aveva gia’ fatto e puntò la luce verso il basso sulla faccia del suo aggressore. Un vecchio uomo bianco con esili capelli bianchi, una  bocca aperta, per la maggior parte sdentata, e impassibili occhi lattiginosi azzurri che lo fissavano – non un transgenico ... solo un povero disgraziato senza casa. Il vecchio non aveva fatto altro che proteggere i sui diritti nel minuscolo ufficio abusivo... e per questo, Thompson lo aveva ucciso. Lo stomaco del giovane si trasformò in acido, ma questa volta non era per la paura. Questa volta era stato qualcosa di molto peggio, vergogna ... senso di colpa. Non sapeva come avrebbe mai superato questo. Dal suo ingresso nell’ unità di White, sapeva di aver fatto alcune cose che avrebbe ricordato con rammarico, ma, dannazione, non aveva mai ucciso un uomo innocente - non fino a stasera.
Scosse la testa, con le lacrime calde che gli colavano sul viso, mescolandosi con il sudore e la pioggia, Thompson sapeva che questa sera sarebbe stata la sua ultima in questo lavoro puzzolente. Cazzo Ames White. Lui e Hankins avrebbero finito, fatto il viaggio di ritorno in ufficio, dove avrebbero chiuso la  loro relazione, e poi avrebbe avuto da fare. Sarebbe andato a casa dalla moglie,avrebbe preso lei e il bambino tra le braccia, e domani avrebbero deciso quanto lontano si sarebbero trasferiti, per cercare di mettere questa notte alle loro spalle.
Da qualche parte, nel mondo del dopo impulso, ci doveva essere una vita migliore di questa.
Poi, all'orecchio di Thompson, Hankins urlò.
"Hankins!" Thompson gridò nel suo auricolare. Niente.
"Hankins, parla con me!"
 Ancora nessuna risposta. Cambio’ la frequenza, Thompson invio’ una chiamata di emergenza al quartiere generale per i rinforzi, e una chiamata al 911 generica che avrebbe portato li’ sia i poliziotti locali che un’ ambulanza. Poi ripassò indietro e chiamò nuovamente Hankins. Altro silenzio. Si tolse la cravatta, fece una stecca di fortuna con la torcia, in modo che il fascio di luce sembrasse uscire dall’estremita’ delle sue dita; ripete’ la sequenza per la Glock, poi Sali’ per le scale, veloce come un diavolo. Ma non abbastanza velocemente. Trovo’ il corpo di Hankins al quarto piano, dove era stato trascinato dalla scala, sapeva bene che era Hankins, anche se non c'era modo di riconoscere il corpo nudo, il rossore brillante luccicante del sangue e i muscoli e le ossa esposti, nessun particolare umano. Soltanto una pelle. Molto fresco, questa volta. E l'urlo che senti’ nelle orecchie, questa volta era il suo.
Agile e muscoloso, con capelli a punta marroni, gelidi occhi azzurri e l'empatia di uno squalo, Ames White premette nuovamente il palmo della mano sinistra contro la testa. Non sapeva se ridere o urlare, così fece quello che ha sempre fatto: lui sorrise, anche di fronte alla morte ... lui sorrise. White sapeva che Hankins e Thompson non fossero i più acuti uomini della sua unità, egli aveva sempre sospettato che fossero inetti, ma non aveva avuto alcuna idea che fossero cosi’ arretrati. Eppure in qualche modo sembrava tipico. Era un uomo con una missione di importanza quasi cosmica, in una città, un paese, che era un disastro, che non valeva la pena pronunciare ... tuttavia, uno prende la propria opzione migliore, giusto? Ed eccolo lì, con questa responsabilità enorme, circondata da stupidi e incompetenti. A White sembrava, in questi giorni, che fosse sempre sul punto di una grande vittoria o di una sconfitta umiliante.
Si domandò come cadere in piedi. Il vantaggio di questa situazione, a volerne trovare uno, era che ora almeno si sarebbe liberato del duo pasticcione. Hankins, naturalmente, era morto.
 White guardò la pelle del corpo, quindi allontano’ ancora lo sguardo - che pasticcio disgustoso. Thompson, rannicchiato in un angolo, una coperta avvolta  intorno alle sue spalle, cullando il braccio rotto, sembrava incapace di staccare gli occhi dal cadavere grottesco del suo partner.
White già sapeva che il ragazzo era stato lavato, lo vedeva dalla sua faccia. E il fatto che Thompson avesse fatto fuori un anziano senzatetto aggravava il problema.
Il rovescio della medaglia era che l’ inefficenza della coppia si sarebbe riflettuta su di lui, White e il disprezzato fallimento, anche se il suo coinvolgimento era solo per associazione.
Scuotendo la testa, si volto’ verso il suo socio, Otto Gottlieb. Ispanico, con i suoi capelli neri, occhi scuri e pelle olivastra, Gottlieb non era a conoscenza di diverse disposizioni segrete dell’ agente governativo  White. In realtà, il migliore tratto di Gottlieb, per quanto potesse interessare a White, era che l'uomo faceva ciò che gli veniva chiesto. Finora, Gottlieb aveva resistito alla tentazione di far crescere un cervello e cominciare a pensare in proprio, ma White temeva che non sarebbe durato per sempre. E quando sarebbe venuto il momento, sapeva che avrebbe perso Gottlieb.

Ad egli il ragazzo non piaceva realmente -  a White non mi piaceva nessuno, e si vantava di una superiorità priva di debolezza come la compassione e sentimentalismo - ma era abituato ad avere intorno Gottlieb, e la sua presenza in qualche modo gli portava la pace. Anche se l'uomo era un cretino. Facendo un cenno verso i due partner, uno morto, uno in vita - White disse
"... Portatelo fuori di qui, Otto, mi disgusta, portatelo via"
" Non dobbiamo aspettare il corpo”
“No. Questa è la prova . Thompson, voglio dire. Lo ha perso. "
Gottlieb annuì e si trasferì all'altro agente. Gottlieb aiuto’ Thompson a mettersi in piedi, mise la coperta sulle spalle dell'uomo e lo condusse verso la porta. Quando si avvicinarono a White, Thompson guardo’ il suo capo con occhi come palle da golf e disse: "Questo transgenico lo ha scuoiato così veloce così fottutamente veloce. Lo ha scuoiato. "
" È un casino. Questa è stata una perdita inaccettabile ".
Ora Thompson aveva gli occhi serrati e le lacrime cominciarono a gocciolare.
"Ho cercato di arrivare da lui in tempo ... Ho cercato di aiutare ... io. .."
 White sorrise di nuovo, e scosse la testa lentamente.
"Tu non capisci, vero?"
Con occhi spalancati e sguardo fisso sul volto di Thompson.
"Non sto parlando di Hankins. Questo Transgenico mi ha salvato la briga di licenziare il suo grosso culo."
"Tu hai detto. .. si trattava di una inaccettabile perdita di ... .... "
" E lo è. La transgenico ha ottenuto la termocamera. "
White afferrò la parte anteriore dell’ impermeabile bagnato di Thompson.
"E quanto tempo pensi che ci vorra’ prima di capire cos’  è, e a cosa serve?"
White rilascio il cappotto del giovane agente. Thompson non disse nulla, la sua testa torno’ a Hankins sul pavimento. Il suo labbro inferiore tremo’ quando disse:
 "Tu ... tu sei un mostro."
"No. Essi sono i mostri e tu sei licenziato. Portalo fuori di qui, Otto".
 Gottlieb lo tirò via.
Solo con il corpo, White colpi’ con un pugno un muro di cemento, lasciando l’impronta di un pugno. Al cadavere rosso scintillante, White disse
"Non posso credere che a un maledetto transgenico si faccia  entrare in possesso di una termocamera."
Ma Hankins non disse nulla, restitui’ al suo capo un sorriso stupido, i suoi denti e gli enormi occhi comparsi nel rosso crudo della maschera del suo volto.