lunedì 3 settembre 2012

Capitolo 2 - parte 2

La folla, dietro le barricate, spingeva in avanti per vedere meglio, il loro odio creava un caldo opprimente e il vento delle loro grida di rabbia colpiva come uno schiaffo:
“Morte ai fanatici!"
 "Uccideteli tutti!"
Max si chiedeva se le persone, quelle persone,  sarebbero mai in grado di rendersi conto che tutto quello che i transgenici desideravano era una vita pacifica e tranquilla. I "Mostri" volevano solo adattarsi come tutti gli altri, e non essere temuti o giudicati per il loro aspetto. Non era quello che l'America avrebbe dovuto garantire? Lei e il suo clan transgenico era nato negli Stati Uniti, anche se in una provetta, dove erano stati geneticamente progettati per difendere questo paese, quello stesso paese che ora sembrava volere solo la loro estinzione, dalla plebaglia sulla strada alle suits nei grattacieli. Con Logan e gli altri si mossero in mezzo alla strada, i poliziotti improvvisamente sembravano  più interessati a contenere la folla che trattare con la squadra SWAT federale. Si sono spostati fuori dal loro cammino appena Logan ha diretto il corteo verso la parte posteriore di un furgone della polizia in attesa. Anche lui vestito come uno della squadra SWAT, con il casco e gli occhiali, Alec tenne ,con una mano ammanettata, Max per il braccio, mentre quel barbone allampanato di Sketchy, un davvero improbabile membro del team SWAT,scortava  ammanettati, Mole e Joshua. La lucertola Mole ancora tirava con aria di sfida il suo immancabile sigaro, mentre Joshua, con i suoi lunghi capelli castani e espressione canina caratteristica, sembro’ più un cucciolo battuto quando Sketchy lo porto’ al furgone.
"Gli agenti federali,"
 Logan ha annuncio’, la sua voce fresca e autorevole.
"Ho bisogno che vi facciate  indietro. Allontanatevi! Potrebbe esserci un rischio biologico qui per la gente .... Fate un buco..!"
Tutti i poliziotti fecero un passo indietro, tranne Clemente l'intelligente, il detective negoziatore che era intervenuto durante la maggior parte dell'assedio, solo per essere usurpato da Ames White.
Clemente, un afro-americano  magro e ben scolpito sulla quarantina, probabilmente ora sembrava si sentisse molto più vecchio, ma i suoi occhi castani erano ancora all'erta, e lui, ovviamente, voleva sapere cosa stava succedendo. Indossava una giacca grigia sportiva spiegazzata su un giubbotto antiproiettile, cravatta blu e camicia bianca, il suo scudo d'oro pendente da una collana. Mentre passavano, non disse nulla, la pistola ancora in mano, la canna puntata verso terra. Logan si rivolse a lui. "L’agente White vuole i vostri uomini in là per proteggere la scena del crimine, al più presto." Clemente non si mosse, in piedi con gli occhi attenti, e forse un pizzico di scetticismo, a Logan quando spalanco’ le porte posteriori del furgone. Alec carico’ Max, poi Sketchy spinse Mole e Joshua all’interno.
Alec salì sul furgone con i prigionieri, mentre Logan, da comandante, dichiaro’: "prendiamo il controllo di questa ambulanza». Sketchy si distacco’ dal gruppo  per aiutare a accomodarsi, nell’ambulanza parcheggiata vicino al furgone, Gem, la X5 che aveva partorito durante l'assedio, e il suo nuovo bambino.  Anche Dalton, il biondo e basso X5 che era stato in viaggio con Gem, sali’ a bordo. Ne segui’ l’esempio Original Cindy, la bella afro-americana messaggera della bici, che era la migliore amica di Max in Seattle. Logan si voltò verso Clemente e disse, con un minimo accenno di sarcasmo nella voce, "L’agente White non è un uomo che ama farsi aspettare."
Il conducente dell'ambulanza lentamente scivolo’ dal suo posto, e Sketchy entrò nello spazio lasciato dall'uomo.
"Qui siamo piu’ utili noi", disse Sketchy, giocando il suo ruolo di macho SWAT fino in fondo
"a meno che tu non voglia acquistare sei ore in camera di decontaminazione , giu’!”
L’autista non voleva niente di tutto questo, e fece marcia indietro, mentre Sketchy saliva al volante dell'ambulanza. Non attese Clemente muoversi, Logan sbatte’ la porta del furgone della polizia e saltò sul sedile del conducente. All'interno, Max e gli altri sfilarono le manette slacciate appena Logan fece partire il veicolo. "Spostate le barricate", grido’ attraverso il parabrezza, indicando agli ufficiali davanti al furgone di eliminare i lunghi cavalletti che tenevano indietro la folla. I fari del furgone e della ambulanza dipinsero la folla di bianco spettrale. Con la folla che continuava a gridare: "Uccidete i mostri" Logan ingrano’ la marcia e lascio’ che il veicolo rullasse leggermente in avanti. Dietro di lui, Max incoraggio’ questa impostazione, dicendo: "Bello e facile." Il fuoristrada si mosse attraverso la folla urlante "Mostri" e "Uccideteli ora!" Guardando fuori dalla finestra sul retro, Max guardò Clemente che si fondeva nella folla, poi la folla si fuse nella notte, come se i due veicoli  rotolassero fuori dal buio. La tensione palpabile inizio’ a dissiparsi: la crisi era finita.
Infine, quando Max vide che nessuno li seguiva, tranne l'ambulanza con gli altri, si lasciò sfuggire un lungo sospiro di sollievo. "Siamo liberi"
Il furgone si riempi’ di urla e applausi , Joshua e Mole batterono con i pugni.
"Ora quello cosa dice" Mole urlò.

"Va tutto bene", disse Alec, un largo sorriso ruppe di nuovo il suo normale contegno. Sorridendo nello specchio retrovisore, Logan disse: "Solo per la cronaca, quella ragazza stava prendendo a calci il tuo culo." Logan si riferiva a un particolare gonfiore sul retro del Jam Pony dovuto alla combattente femminile della squadra di Ames White. Il sorriso di Alec si serro’ un attimo.
"Ha avuto il suo. Stavo aiutandola ad alzarsi." Tutti risero. Mantenendo la  voce bassa e sapendo che non erano veramente ancora liberi, Max disse: "Tutto bene,  dritti a Terminal City.”
Qualcosa tormentava Clemente – sentiva che qualcosa non andava nel verso giusto, e quando entrò nel Jam Pony lo fece con la pistola estratta, entrambe le braccia tese, la torcia nella mano sinistra, la pistola nella mano destra. Dietro di lui, quattro membri della squadra SWAT gli uomini del PD, non di White, avanzarono allineati e poi si sparpagliarono una volta attraversata la porta ed entrati. Il potere era ancora fuori e il luogo era immerso nelle ombre misteriose, stranamente tranquillo dopo la tensione della giornata. Era quasi come se anche l'edificio avesse bisogno di  riposo.... Venendo dietro l'angolo, Clemente vide tre persone sedute su una panchina, apparentemente aspettando solo che la polizia entrasse. Più vicina a lui sedeva una giovane donna di forse 20 anni, capelli corti castani legati in due piccole trecce. Indossava un maglione marrone con cappuccio e pantaloni kaki. Accanto a lei sedeva un ragazzo più alto, muscoloso, imbranato con gli occhiali cerchiati di nero, capelli biondi a spazzola, indossava un pullover blu a maniche corte e jeans. Accanto a lui, un ragazzo piccolo calvo, anche lui poco più che ventenne, indossava una camicia di flanella a quadri e jeans. Sembravano tutti calmi. Maledettamente molto calmi, per essere degli ostaggi appena liberati. "Si e’ fatto male nessuno?" chiese Clemente, puntando la torcia verso di loro, ma non nei loro occhi. "No", disse la giovane donna. "Stiamo bene ... ma è meglio che vada a vedere al piano di sopra."
C’ era qualcosa di ... beffardo nella sua voce?  Lentamente, tutta la sua attenzione si  concentro’ sulla porta davanti, Clemente si fece strada su per le scale. Sul pianerottolo, esitò solo per un secondo prima di varcare la porta con la pistola tesa. Dietro di lui, la squadra SWAT si distribui’ a ventaglio nella stanza. Fu subito evidente che qui aveva avuto luogo una battaglia feroce. Quasi ogni lastra di vetro, alle finestre e nella parte superiore del muro, che separava lo spazio di magazzino dagli uffici, giaceva in frammenti sul pavimento polveroso. Gli scaffali erano stati rovesciati, i mobili rotti, il posto era un disastro. Vagando con la sua torcia nella stanza, Clemente fisso’ prima il suo fascio di luce su una donna muscolosa legata ad un supporto di cemento. Era stata imbavagliata e legata al pilastro con nastro da imballaggio, come un pacco in attesa di consegna, forse da uno dei messaggeri in bici. Spostandosi intorno, la luce di Clemente cadde su un trio in mutande: erano stati spogliati dalle loro uniformi e fissati ad un altro pilastro. Anche loro erano stati legati e imbavagliato con nastro da imballaggio. Clemente capi’ subito che questo significava che i membri della squadra SWAT che erano usciti portando fuori 452 e il resto del gruppo erano impostori, con indosso le uniformi della squadra SWAT che avevano sconfitto. Sapeva che sarebbe dovuto entrare in azione, ma ... non riusciva a impedire ad un ampio sorriso di diffondersi sul viso. "Agente speciale White in carica", disse Clemente, con finto buon umore. L'uomo del governo, Ames White, di solito pieno di se’ ora era legato: ringhiò un qualcosa che venne fuori confuso a causa del bavaglio con nastro di imballaggio. Lui non era stato spogliato dei suoi vestiti, solo della sua dignità. "Che cosa è accaduto?" chiese Clemente, come se capisse le  parole indignate  dell'agente sotto il nastro di imballaggio. "Il transgenici l’hanno legato e preso le uniformi?" Un altro ringhio erutto’ dall’agente come se combattesse contro il nastro che lo legava. Il detective ridacchiò e il suo sorriso divenne ancora più ampio. "Assolutamente no!" White spalancò gli occhi con rabbia e gridò qualcosa, probabilmente osceno, che fu ancora una volta inghiottito dal nastro. Come se White fosse in piedi correttamente, Clemente chiese: "E tu vuoi che vada dietro a loro?" L'agente della NSA nello sguardo gelido espresse ogni grammo di rabbia e di odio che il nastro non gli aveva permesso di pronunciare.
 "Questa si che è una buona idea ", disse Clemente mentre si alzava.
 Andò alla porta con i suoi uomini in coda, nessuno di loro fece qualsiasi mossa di sciogliere White o suoi compari. Mentre entrò nella sala, il detective senti’ un altro grido soffocato di White. Sembrava un po' come, "Figlio di una cagna", anche se con il nastro sulla bocca dell'uomo. Clemente si concesse il momento di godimento, poi prese a correre verso la sua auto. White non era l'unico ad essere stato ingannato dai transgenici, e  Clemente era combattuto: il piacere di vedere l’arrogante White steso si allontanava dalla sua mente come preso a calci dal suo dovere, ma Clemente non aveva intenzione di lasciare andare quell’ immagine. Ora avrebbe dovuto prendere il transgenici, e riuscire dove White aveva fallito. E che fosse Ames White, questa volta, costretto a fissare il sorriso compiaciuto di Clemente, tanto per cambiare.
L'equipaggio era caduto in silenzio, la tensione della lunga giornata finalmente sembrava allontanarsi da loro, e sembravano tutti abbattuti. Max era orgogliosa della sua famiglia, dei suoi amici. Questo giorno sarebbe potuto finire in un bagno di sangue come di Ames White aveva desiderato, e la causa dei transgenici irrevocabilmente distrutta, nessuno oltre a CeCe, una di loro, era stato ucciso o ferito. Non che Max e gli altri non fossero colpiti dalla perdita della loro sorella, ma se uno dei "ordinari" fosse morto, beh, sarebbe stata la fine della sua speranza di ottenere dagli esseri umani di accettarli come uguali. Stava solo cercando di mettersi a riposare, nella parte posteriore del furgone, quando sentì la prima sirena.
Guardò fuori dalla finestra posteriore nello stesso momento Logan noto’ le luci lampeggianti nel suo specchio. "Abbiamo compagnia", annuncio’. La voce di Clemente giunse loro da un altoparlante dalla macchina principale. "Ferma i tuoi veicoli ora o faremo fuoco!" Logan lo ignorò e continuò a guidare. Nuovamente la voce di Clemente giunse attraverso l'altoparlante: ". Fermatevi ora o useremo le armi  per fermarvi" Guardando fuori dal parabrezza, disse Max " Non fermarti continua a muoverti", non rallentando, Logan mantenne il furgone dritto in mezzo alla strada, Sketchy al volante dell'ambulanza dietro di lui, segui’ l'esempio di Logan, le auto della polizia dietro, ma nessuno di loro ando’ avanti per cercare di bloccare il loro cammino. Per Max, il viaggio a Terminal City sembrava durasse ore, non minuti. Ma alla fine si avvicinò al cancello chiuso della terra di nessuno che i transgenici aveva rivendicato per se stessi, proclamando in cartelli: No Trespassing, è un crimine PASSARE QUESTO PUNTO, e Bio Hazard- SICUREZZA ONU PER USO UMANO- "Vai dritto," disse Max, quasi casualmente. Logan non esito’ a seguire le sue istruzioni, premendo costantemente sull'acceleratore e, lentamente, il furgone prese slancio avvicinandosi al cancello. "Aspetta", consiglio’, e tutti nel furgone cercarono di prepararsi all'impatto. Hanno sbattuto scricchiolio attraverso guenza, il ruggito ambulanza dietro di loro, proprio sulla loro schiena paraurti, auto della polizia in una lunga fila dietro di loro. All'interno del furgone, hanno scosso con l'impatto, poi si stabilì in quanto accelerato nel composto di fortuna. "Destra, sinistra, poi dritto su per la rampa," Max ha detto. Guidando ad una velocità impressionante come non aveva mai fatto in tutta la vita, Logan segui’ i suoi ordini. Mentre accelerava in pendenza, Max ha disse, "dritto attraverso l'edificio." Di nuovo Logan rispetto’ l’istruzione, guidando attraverso il labirinto di pilastri in cemento più velocemente possibile nel furgone ingombrante.
Infine, raggiunsero una barricata di spazzatura che non solo gli impedi’ di andare avanti, ma anche di andare fuori a sinistra o a destra. "Fine della linea," Logan dichiaro’ frenando il furgone fino a fermarsi. Sketchy fermo’ l'ambulanza vicino al furgone, e le auto della polizia rapidamente formarono un semicerchio dietro di loro per impedire Max e la troupe di aggirarli e trovare una via di fuga tra loro.
Le barre di luce in cima alle auto della polizia dipingevano la scena di rosso, blu, viola e una leggera ombra li’ dove i due colori si incontravano. Si riversarono dalle loro auto, una ventina di agenti che estrassero le loro pistole, e la voce di Clemente, ancora una volta arrivo’ dall’altoparlante: "Gettate le armi e fatemi vedere le mani ora." Mole si giro’ con rabbia verso Max. "Qual è il tuo piano ora?" "Fatemi vedere le mani", ripete’ Clemente attraverso l'altoparlante. Guardandosi in giro un po 'in preda al panico, disse come un ragazzino e non come un cane enorme, Joshua chiese in tono lamentoso, "Max ...?" "Gettate le armi fuori ora!" Max guardò da un viso all'altro, vedendo sia la sconfitta che la disperazione , ma lei non era disposta ad accettare. Prese  la sua decisione. "Hai sentito l'uomo." "Be '  " Mole disse, "questo fa schifo." Logan lasciò cadere la pistola attraverso il finestrino aperto lato guida che colpi’ il pavimento di cemento con uno schiaffo sordo. "Ho combattuto la legge e la legge ha vinto, " disse Alec, con rassegnazione ironica nella voce. Max sposto’ la porta sul retro e apri’ una fessura, getto’ da li’  l’ arma di Alec  rumorosamente  " Uscite dal furgone con le mani in alto!". Brontolando tutto il tempo, Mole  ne segui’ l'esempio, consegnando la sua pistola a Max, che la buttò fuori.
La voce di Clemente giunse di nuovo attraverso l'altoparlante. "Uscite dal furgone, e tenete le mani in alto!" Original Cindy, nella sua squadra  di resistenza SWAT dell'ambulanza, lasciò cadere la pistola sua e di Sketchy. Max usci’ per prima, seguita da Mole, poi arrivo’ Cindy , senza il suo casco e occhiali, Gem con  il suo nuovo bambino in braccio, e, infine, anche lui senza il copricapo SWAT, usci’ dall'ambulanza il giovane Dalton.
Clemente e i suoi uomini mantennero i loro fucili puntati sulla transgenici, Max noto’ un paio di fucili a grande distanza, quindi non credeva che i poliziotti avessero in mente qualcosa.
Joshua aiuto’ Alec a scendere dal furgone, la spalla di Alec ancora gli stava dando problemi per un proiettile che aveva preso all'inizio dell'assedio. Logan venne fuori dal lato del conducente e marcio’ verso il retro del furgone per raggiungere gli altri. "Allontanatevi dai veicoli!"
Comando’ Clemente. "In ginocchio-mani sopra la testa!" Sketchy cadde in ginocchio per primo, come se improvvisamente fosse preso dal desiderio di pregare, le mani congiunte sulla cima della sua testa. Lentamente, si allinearono gli altri: Mole, poi Alec, Logan, Original Cindy, Dalton, e Gem, tutti in ginocchio in segno di sconfitta, tutti mettendo le loro mani sulla testa, ad eccezione di Gem, che tenne il suo bambino in braccio. Tutti tranne Max.
Max rimase in piedi, con le mani penzoloni lungo i fianchi. Teneva il viso calmo, passivo, che non mostrava né rabbia né inganno. Tuttavia il suo rifiuto a seguire gli ordini fece di lei un pilastro di sfida. "In ginocchio," Clemente gridò, non più all'altoparlante. Invece, Max fece due passi incerti in avanti. "Fallo, adesso!" Ignorando l'istruzione, Max avanzò ancora qualche passo, poi si fermò a pochi metri dalla polizia, i fari inondarono lei e i suoi amici di luce bianca. "452?" Clemente chiese, aggrottando le sopracciglia. Aveva detto al poliziotto di chiamarla in questo modo quando c’era stata la negoziazione degli ostaggi, durante la crisi. Ma perché nascondersi più a lungo? Lei disse: "Puoi chiamarmi Max". Fece un respiro. Poi disse: "Penso che si dovrebbe mettere a terra." Il volto di Max rimase placido. "Penso che dovrebbe andare" Ora l'espressione di Clemente si induri’. "Non ho intenzione di dirtelo nuovamente." Lei diede una piccola scrollatina alle spalle. "Non ho intenzione di dirtelo nuovamente." Luca e Dix- due dei transgenici che avevano iniziato l'insediamento all’interno delle recinzioni del parco industriale ormai  inattivo,Terminal City, uscì dall'ombra, pompando un fucile da caccia. L’arrivo di Max, gli ufficiali armato le loro armi aveva richiamato i transgenici. Allora, dal buio, altri transgenici armati emersero sui tetti vicini e altri al fianco dei poliziotti. Le inquietanti forme di questi mostri, illuminate a metà, potevano solo dare timore ai poliziotti in attesa ... e c'erano sempre più figure in arrivo.... L'unica via di fuga per i poliziotti era alle loro spalle. E quando tutti i transgenici fecero  la loro comparsa, oltre un centinaio di loro avevano  gli agenti nel mirino.
Max poteva vedere sul volto di Clemente la realizzazione che le sue forze erano irrimediabilmente disarmate.
 "Può cercare di arrestare tutti noi", suggeri’ affabilmente , allargando le braccia per includere tutto il gruppo ", ma voi ragazzi potreste desiderare di chiudere la notte ... e andare a bere una birra." Clemente ebbe bisogno di solo un secondo per compensare la sua mente.
"Torniamo su! Le persone al di fuori del recinto. Andiamo, spostarsi indietro!"
Gli agenti guardarono i transgenici e il loro leader, poi iniziato a guardare altrove.
"Ora!" Clemente grido’. I poliziotti inserirono le loro armi  in fondina, saltarono in auto, e presto si spostarono auto della polizia in ogni direzione, come in cerca del modo più veloce per lasciare Terminal City.
Una lunga linea di auto si ruppe e si diresse verso la porta, Clemente li guardò per  un momento, poi, cautamente, mise in fondina la pistola e si voltò verso Max. Camminando lentamente, attraverso’  la breve distanza da lei. Appena ad un passo da lei, disse: " Oggi hai evitato  che si trasformasse in un bagno di sangue ... e io ti rispetto per questo ..." Lei gli rivolse un lieve cenno del capo. "Hai fatto la tua parte anche tu." Il volto del detective rimase una maschera solenne. "... Ma non hai vinto nulla, evitando il peggio ... ed ora, la vita di queste persone e’ sulla tua testa, dipende dalle decisioni che faranno dopo..." I loro occhi fissi.
Egli  continuò: "E io preghero’ che tu faccia quelle giuste ... "
Lei lo fissò, in attesa.
" ... Max. "
Non era preparata all'onda di orgoglio che l’invase quando disse il suo nome. Perché non potevano gli "ordinari" essere come quest’uomo? Sì, erano avversari, quelle linee erano state elaborate da tempo. Ma il tono di quella sillaba, "Max", disse che non erano nemici. Girando sui tacchi, Clemente salì in macchina, la lasciò cadere in retromarcia, e a marcia indietro usci’ dalla porta del palazzo verso le luci di Terminal City.
Le luci della macchina non erano nemmeno fuori vista prima che Mole- caldo attivista - si mettesse al lavoro.
"Elusione e fuga! Dividiamoci  in squadre, scegliete un punto della bussola, e andate.." Max sorprese anche a se stessa quando le parole saltarono fuori dalla sua bocca: ". No ... Ci siamo fermati" Mole girò verso di lei, la sua aspra voce dal suono ancora più duro del solito. "In un paio di ore il perimetro sara’ totalmente bloccato ...  circondati dalla guardia Nazionale, e da ogni poliziotto nel raggio di un centinaio di miglia." Dix, un transgenico con una faccia come un mucchio di bitorzolute patate fece un mezzo passo in avanti, - assesto’ gli  occhiali – un monocolo legato al suo unico occhio buono- e disse: "Scaviamoci la fossa." "Giusto Mole", disse Luca, un transgenico con la stecca al posto della testa, borse rosse sotto gli occhi neri, e falde enormi sulle orecchie minuscole. "Se ci muoviamo ora, non saranno in grado di catturare tutti noi." "Dove pensi di andare?" Chiese Max, poi girando la sua attenzione dal disadattato alla folla, aggiunse, "Guardate, non posso impedire a chiunque di lasciare, ma sono stanca di nascondermi e di avere paura." Rafforzo’ il tono, con una piroetta, disse, "non ho intenzione di vivere più in questo modo. Non siete stanchi di vivere nelle tenebre?" Vide pochi cenni e senti’ un borbottio sparso di assenso. "Non desiderate di sentire il sole sul viso? non volete avere una casa tutta vostra? Un luogo dove si può camminare per strada senza aver paura? "I rumori di assenso si fecero più forti." Ci hanno fatto e ci hanno addestrati ad essere soldati ... per difendere questo paese. E ' tempo che si assumano la responsabilità per noi, invece di cercare di spazzarci via come spazzatura. Ci hanno fatto in America. E non andiamo da nessuna parte. "Original Cindy, annuendo, disse "la tua parola." Max la guardò per un attimo, amando sua sorella, che era stato con lei fin dall'inizio, poi continuò: "Ci chiamano mostri ? Beh, ok, Oggi ... Sono orgogliosa di essere un mostro. Ed oggi, ce la faremo a trovare il nostro posto, proprio qui. "Guardando intorno a lei, studio’ i volti, i volti, tanti di quelli che lei conosceva e quelli che lei non conosceva, ma nel suo cuore erano tutti la sua famiglia. "Chi è con me?" Con calma, Max sollevò un pugno in aria. Il pugno di Joshua fu sparato immediatamente in alto e Original Cindy e Logan e Alec e ad uno ad uno gli altri, anche Dix e Luca. Questa fu la manifestazione di una solidarietà che nessuno di loro aveva mai conosciuto, nemmeno indietro nel tempo a Manticore. Erano insieme, orgogliosi e spavaldi. Infine, rimase solo Mole   con le braccia lungo i fianchi. Max studio’ la faccia da sfida della lucertola. Mentre lo guardava faccia a faccia, era evidente che  sentiva troppa fratellanza nell'aria. Troppa. Lentamente, alzò il pugno in aria e qualcosa di simile a un sorriso apparve sulla lucertola che disse "Al diavolo ...." Un mezzo sorriso comparve sul viso di Original Cindy. Qualche sorriso del gruppo era più luminoso "Giusto " Con la sensazione che la speranza stesse inondando tutto il suo sistema come l'adrenalina, Max pensò all’ antico filosofo cinese, Lao Tze, che aveva detto: "Un viaggio di mille miglia comincia con un solo passo." Sperava che stessero avanzando con il piede giusto.
Per le successive quarantotto ore, i transgenici fortificarono la loro posizione all'interno e tennero un occhio attento alla polizia e Guardia Nazionale al di fuori della recinzione che, come  Mole aveva previsto, avevano bloccato il perimetro di Terminal City .
Già sembrava si fosse istituita una catena di comando .
Alec e Mole curarono  il rafforzare della sicurezza, Dix e Luca monitorarono i media e telecamere che  seguivano le forze di polizia e della Guardia Nazionale al di fuori del recinto.
Joshua nomino’ se stesso guardia del corpo personale di Max, mentre Logan e Max erano impegnati sulle strategie per determinare il loro prossimo passo.
Era tardi, la seconda notte, quando Dix li chiamo’  nel centro di controllo dei transgenici. Una dozzina di monitor erano stati posti a piramide, con quattro dei loro fratelli a guardare, spulciando tra le informazioni provenienti da diverse fonti sia locali che nazionali.
A sinistra, un’ altra dozzina di monitor  del sistema di sicurezza del transgenici era stato installato e aggiornato dal momento in cui era iniziato l’insediamento.  "Cosa sta succedendo?" chiese Max. Dix indicò un monitor in terza fila, e un X5, una donna dai capelli rossi giovane, circa l'età di Max, con un telecomando alzo’ il volume. Sullo schermo, un giornalista stava davanti Jam Pony, in piedi  accanto all'uomo c’era Normal.
"Ma i vostri rapitori ... che cosa sono queste creature ? E’ vero che ha fatto nascere un bambino transgenico?" Normal con occhiali in mano. Non avrebbe potuto essere più felice se fosse stato egli stesso il padre. "L’ho fatto, ed  e’ una bella bambina." Il giornalista chiese, "Così stai dicendo che non sono tutti i mostri, allora?" "Mostri?" Chiese Normal  scuotendo la testa, come se un tale pensiero gli fosse estraneo. "Non più di te o di me." E con questo si voltò e si mise a spazzare il marciapiede di fronte Jam Pony. Quando vide che due dei suoi piloti non si muovono abbastanza velocemente, disse, "Hey, Sparky, non e’ un country club, muoviti. Bip bip bip!" I due fannulloni si diressero in direzioni opposte, ognuno cercando di andare il più lontano da Normal e il più velocemente possibile. Max si voltò verso Logan. "Che cosa ne pensi di questo?" Sorridendo, Logan disse: "Sembra che tu abbia avuto un altro convertito." Con uno sguardo perplesso, chiese Max, "Normal?" Logan si strinse nelle spalle. "Potrebbe essere utile avere un altro amico al di fuori." Lei annuì. "Non fa mai male avere un altro amico." Rivolgendosi a Dix, disse, "C'è altro?" Scosse la testa a purè di patate. "Dovresti riposare un po ', Max." Le sfuggi’ uno sbadiglio "Forse hai ragione." Lei e Logan, così come la maggior parte del resto di loro, non aveva dormito per almeno gli ultimi due giorni. Un pisolino non avrebbe fatto del male, e lei sapeva che Logan aveva bisogno di riposo anche più di lei. "Puoi mandare qualcuno a svegliarci all'alba?" Dix annuì. "Prendi la mia stanza”, disse, indicando una porta a destra. Lei fece qualche passo poi si voltò verso Logan. "Tu vieni dentro '" Un piccolo sorriso apparve e disse: "Sì".
La stanza di Dix era anni luce lontana dall’ attico dove non molto tempo fa, Logan aveva vissuto, anche Max era condannata a condividerlo , se è per questo, ma avrebbe fatto comunque al caso loro, per stasera. Grande come un bagno di buone dimensioni e illuminata da una lampadina penzolante da una corda, aveva un vecchio materasso matrimoniale sul pavimento, in un angolo, su una parete di fronte a sinistra alcuni scaffali con alcuni volumi, un piccolo tavolo rotondo vicino a loro con due sedie, e ad angolo nella parte anteriore a sinistra, seguita da alcuni tubi del vapore, sotto i quali Logan dovette abbassarsi, una vecchia poltrona in pelle che era stato salvata da Dio sa dove . "Prendi il letto," disse Max. "Prendo questa." Accarezzò la poltrona. "No," disse Logan. "Prendi il letto ...." Lei gli rivolse uno sguardo tagliente. "Quando è stata l'ultima volta che hai dormito?" Si strinse nelle spalle, ma disse: "Non puoi lasciare che io sia un signore e dorma su di esso?" Lei agitò un dito verso di lui. "Chi è una macchina per uccidere geneticamente modificata che può andare per giorni senza dormire?" " Sei tu ", disse perdendo la speranza di convincerla. Sapeva che ora lui aveva perso. Senza più argomenti, si rovescio’ sul letto, si tolse gli occhiali, e subito si addormentò. Non si era nemmeno preso la briga di togliere l'esoscheletro, il dispositivo apposto sulla metà inferiore che gli ha permesso di camminare. La sua sedia a rotelle, l’ aggeggio usato così tante volte negli ultimi due anni, giaceva nella pila di macerie che era stato il suo appartamento prima che la gente di White lo distruggesse. Logan Cale era, dopo tutto, Solo Occhi -il combattente per la libertà informatica, un terrorista per le autorità, la sua identità un segreto per la maggior parte (ma non Max). Rampollo di una ricca famiglia, Logan uso’ il suo denaro ereditato per aiutare chi era meno fortunato di lui, come il transgenici, questi sforzi lo portarono portato ai proiettili che lo aveva messo in una sedia a rotelle. Lasciandosi cadere sulla poltrona, Max stese le gambe e ascolto’ come Logan iniziava a russare sommessamente. Non riusciva a pensare ad un suono più bello. Tirando la corda della luce sorrise, guardò quest'uomo che amava e adorava, addormentato nel buio. "Ti amo," disse con calma. Un  russare sbuffò in risposta e Max si rese conto che questo era quello che tutti volevano, ciò per cui erano tutti in lotta -solo un po 'di pace e tranquillità in questo mondo grande e rumoroso. Il russare di Logan si fece più forte, e Max decise che la pace anche senza tranquillità era abbastanza buona per lei. Chiudendo gli occhi, scivolò in una nuvola di speranza che la porto’ in dolci sogni, il che, quando per tanti giorni erano stati risvegliati da incubi, era una piccola benedizione, comunque.

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